PRENOTA I TUOI POSTI

“Rosa Balistreri/ A memoria di una Voce” di Pino Pesce


Dopo aver parlato per anni, in giro per la Sicilia, di Rosa Balistreri, assieme a Giuseppe Cantavenere, biografo della grande Licatese, e Nello Correale, rinomato regista, autore del docufilm “La voce di Rosa, il prof. Pino Pesce ha pensato di farne una trasposizione teatrale: Rosa Balistreri/ A memoria di una Voce. 


Se ne riporta la trama unendo gli interventi di Rosa-personaggio (giovane, anziana, cunta e cantastorie) e del Narratore-: «Rosa Balistreri, davanti a un registratore, poco prima della sua morte, a Montecatini Terme, all’avvocato Giuseppe Cantavenere racconta con struggente passione la sua vita in una Sicilia dimenticata e violenta. Conosce, Rosa, la fame e le umiliazioni; una brutalità da tragedie greche. E’ forte; non si piange addosso; impreca e canta per liberarsi dalla sorte non benevola.


A quel tempo, in quasi tutte le case, muli, asini, galline, capre e altri animali vivevano con le persone […] Rosa, nella giovinezza, aveva avuto dei bei sogni d’amore, che le avevano dato momenti felici, ma il destino avverso glieli infrange; non le resta, così, che subire la mala sorte di un marito sfaticato e violento, fino a quando non decide di piantarlo e cambiare pagina. Seguirà un periodo, a Palermo, di illusioni, delusioni, gioie e amarezze, fino alla prigione, che la porteranno a lasciare la Sicilia e tentare una nuova vita, là, dove l’avrebbe portata il primo treno. L’approdo sarà Firenze.” 


Nella città di Dante, la vita saprà anche sorriderle; comincia a tenere le prime serate in pubblico. Poi, fortuna insperata, conosce Dario Fo ed inizia per lei una carriera accanto a grandi nomi dello spettacolo; fa tournée in Italia e all’estero. La sua voce eleva il folklore della sua terra.


Vent’anni di successi, poi il ritorno in Sicilia, dove, lei quasi analfabeta, riesce a guadagnarsi la stima di tanti intellettuali; fra questi Sciascia, Buttitta e Guttuso. Dopo altri vent’anni passati in Sicilia, dove il canto, la recitazione, la ricerca appassionata e intelligente di motivi popolari, di canti antichi sepolti sotto la polvere del tempo, grazie a lei, acquistano luce e diventano poesia, Rosa ritorna in Toscana, la terra che quarant’anni prima l’aveva accolta, riscattandola dalla miseria, dalle ingiustizie e dalla violenza. A Firenze è voluta venire a morire la madre di Rosa. Questa povera donna aveva passato una vita dura e di sofferenza: il marito “la teneva chiusa in casa come una prigioniera e non la faceva affacciare nemmeno davanti alla porta. Per questa gelosia, il padre di Rosa, per lunghi anni, aveva fatto sempre cambiare paese alla sua famiglia; giravano così come zingari: Palma di Montechiaro, Campobello di Licata, Riesi, Butera. Chiamava un carretto; vi caricava martelli, chiodi, seghe, insomma tutti gli attrezzi di bottega, e tutta la nidiata familiare, vi fosse stato il vento, la pioggia o il sole. Nel paese dove si arrivava, cercava un magazzino e bastavano delle stoppie a terra a fare da letto. In quell’unico spazio si cucinava, si mangiava, si facevano i bisogni. 


Questa storia, tradotta in siciliano, viene anche cantata da Rosa alla maniera dei cantastorie con il tradizionale cartellone in videoproiezione che, in riquadri dipinti, ne racconta le vicende più significative, le quali vengono movimentate da scenette sulla giovinezza di Rosa e da colpi di scena che teatralizzano al massimo lo svolgimento.» 

PRENOTA IL TUO POSTO PER

SABATO 24 MAGGIO

ORE 21


DOMENICA 25 MAGGIO

 ORE 18


  "SPAZIO LILLA" 

Via Enrico Martinez,11 - Messina


QUOTA D'INGRESSO €15

SOCIA ARB E RIDOTTO € 12


DONNE DI GAZA 1 e 2 febbraio 2025